Non esistono, al mondo, due carte di pagamento regolarmente emesse che siano identiche l’un l’altra. A rendere ogni carta di credito unica sono i dati in essa contenuti, che svolgono un ruolo fondamentale sia nell’identificazione dell’intestatario sia nella sicurezza dei pagamenti.
Anzitutto, ogni carta di credito ha un numero identificativo di 13 o 16 cifre assegnato dall’emittente secondo un procedimento piuttosto complesso e tutt’altro che casuale, che risponde ad uno standard detto ANSI X4.13-1983. La prima cifra, infatti, indica il circuito di appartenenza (dove 3 si riferisce ad American Express e Diners Club, 4 a Visa, 5 a Mastercard e 6 a Discover Card), le seguenti identificano la banca e il conto di riferimento, e l’ultima è di verifica contro eventuali errori o tentativi di truffa e viene elaborata in base all’algoritmo di Luhn.
Il ccv è un codice di verifica ulteriore dell’autenticità delle carte di credito: composto da tre o quattro cifre e stampato solitamente sul retro del documento, viene chiesto spesso a conferma degli acquisti online. I bancomat e le altre carte di pagamento hanno anche un codice segreto, o “Pin”, necessario per prelevare contanti dagli Atm o per fare acquisti con addebito immediato.
La scadenza indica il periodo di validità della carta; è indicata nel formato mese/anno e fa parte dei dati necessari per concludere una compravendita in formato elettronico o digitale. Il titolare, infine, non è altro che l’intestatario della carta di credito, il cui nome è stampato sul fronte del documento e la cui firma dovrebbe essere sempre trascritta sul retro nell’apposito spazio.